Savoia Cavalleria (3°)

Savoia Cavalleria (3°)
Fondazione: 1692
Motto: Savoye bonnes nouvelles

Decorazioni:

  1 Oro V.M.
2 Br. V.M.
 
Stato: ancora in vita
Stanza: Grosseto
Festa di Corpo: Jsbuschenskij, 24 agosto 1942

Dipendenza d'impiego:

 
- COMFOTER

- 1° FOD
- Brigata aeromobile “Friuli”
 
 


Savoia Cavalleria nasce il 23 luglio 1692, nello stesso giorno della costituzione di Piemonte Reale, per volere del duca Vittorio Amedeo II di Savoia. Sono gli anni della guerra della lega di Augusta (1690-1697) con Austria, Spagna, Inghilterra e Olanda coalizzate contro la Francia di Luigi XIV, il re Sole. Dopo essersi consultato con il cugino principe Eugenio di Savoia, maresciallo dell'impero austriaco, Vittorio Amedeo II scende in campo contro la Francia. 

Nell'estate del 1693 Savoia Cavalleria è già impegnato nelle operazioni relative all'assedio di Pinerolo occupata da forze francesi; combatte in particolare a Marsaglia dove, con altri reggimenti di cavalleria, impedisce che l'armata del maresciallo Catinat colpisca alle spalle le truppe piemontesi impegnate nell'assedio. Il successo dell'operazione vale al Piemonte, con la pace firmata il 1697, la liberazione di Pinerolo e altre città. Il 22 novembre 1699 le solite economie di bilancio impongono lo scioglimento di Savoia Cavalleria, che cede i suoi uomini a Piemonte Reale e ai Dragoni di Sua Altezza Reale.
 
Non passano due anni che un'altra guerra porta con sé nuove alleanze e l'esigenza di rinforzare i ranghi; si ricostituisce così il 14 aprile 1701 Savoia Cavalleria su 4 squadroni di 2 compagnie, ciascuna di 50 cavalli. Combattendo questa volta contro l'Austria, Savoia si distingue a Chiari il 1° settembre 1701 e a Luzzara il 15 agosto 1702. L'evento più significativo di questa guerra si verifica nel 1703 in Lombardia a S. Benedetto Po dove è schierato un contingente franco-piemontese.
Vittorio Amedeo II è irritato dalla prepotenza degli alleati francesi e il re Sole, nel timore che il duca passi alla parte avversa col principe Eugenio, il 29 settembre fa circondare le truppe piemontesi col pretesto di una rassegna. Confiscati i cavalli e le armi, ufficiali e soldati vengono portati a Pavia, da dove riescono tuttavia a fuggire e rientrare in Piemonte. A ricordo di questo episodio, il motto "Secta et ligata refloret" compare sullo Stendardo del reggimento che, prontamente ricostituito, dovrà tuttavia aspettare l'anno seguente per riavere i cavalli.
 
Un episodio successivo è invece all'origine dell’attuale motto. Il quadro politico-strategico, nuovamente mutato, vede il ducato di Savoia dichiarare guerra alla Francia alleandosi con l'Austria. Le operazioni si svolgono in Piemonte e culminano con il celebre assedio di Torino del 1706. Il 17 giugno Vittorio Amedeo II lascia a presidio della città il generale Daun e continua a fronteggiare i francesi in tutta la regione con azioni audaci e manovriere dei suoi reggimenti di cavalleria.
Respinto il 30 agosto con il sacrificio di Pietro Micca un ulteriore tentativo dei francesi di penetrare in città, Vittorio Amedeo II sale in ricognizione sul colle di Superga per decidere le operazioni che dovranno rompere l'assedio; in quella circostanza formula il voto di erigere la famosa basilica in caso di vittoria. Le fasi decisive della battaglia hanno tra i protagonisti un porta-ordini di Savoia.
Nella zona di Madonna di Campagna, facendosi largo tra gli avversari per informare Vittorio Amedeo II degli sviluppi favorevoli dell'azione, riceve un fendente che gli squarcia la gola; riesce ugualmente a portare al suo sovrano la notizia, accolta con l'esclamazione "Savoye bonnes nouvelles", che diventerà il motto del reggimento. La cravatta bianca dell'eroico porta-ordini, macchiatasi di sangue, sarà adottata sull'uniforme come simbolo distintivo, ancor oggi in uso, con il colore rosso.
Liberata Torino, la guerra prosegue e Savoia combatte a Tolone, nella Savoia e nel Delfinato; nel 1712 respinge definitivamente i francesi a Villanovetta presso Saluzzo. Il trattato di Utrecht del 1713 sancisce la sovranità di Vittorio Amedeo II sui territori del Piemonte e la sua incoronazione a re di Sicilia.
 
Dopo un periodo di pace e di consolidamento delle istituzioni militari, il Piemonte, divenuto nel frattempo regno sardopiemontese, scende in campo contro l'Austria nella guerra per la successione al trono di Polonia.
Francia e Spagna affidano al re Carlo Emanuele III il comando delle operazioni in Lombardia. Savoia si distingue ancora una volta per una circostanza in cui il valore intrinseco del fatto si arricchisce di una espressione simbolica. Durante la battaglia di Guastalla, il 19 settembre 1734, quando il re chiama la cavalleria a sventare un contrattacco austriaco, gli uomini di Savoia caricano ripetendo il grido "Savoia!" che per primo aveva lanciato il loro comandante, colonnello Vittorio di Castellinaldo. Nasce così il grido di guerra che accompagnerà per oltre due secoli i nostri reggimenti.
 
Nel 1742 il regno sardo-piemontese si allea con l'Austria contro Spagna e Francia per evitare il ritorno del dominio spagnolo in Lombardia. Numerosi i fatti d'arme in cui Savoia si distingue; un episodio tra i tanti è quello dell'aiutante maggiore Vacca di Piozzo che l'8 febbraio 1743 in località Camposanto presso Modena pone in salvo i timpani del reggimento a prezzo della sua vita.
 
Dopo la stasi operativa nella seconda metà del '700 e gli eventi del periodo napoleonico che avevano determinato lo scioglimento del reggimento, il fervore della ricostituzione è condizionato dalla disponibilità di quadrupedi idonei per numero e taglia, cosicché Savoia nel 1819 transita nella specialità leggera, col nome di "Cavalleggeri di Savoia"; solo nel 1832 saranno ripresi denominazione e ordinamento originali.
 
Nella 1^ guerra di indipendenza Savoia si distingue inizialmente a Pastrengo il 30 aprile 1848, poi il 6 maggio a S. Lucia alle porte di Verona e il 30 maggio a Goito. Il 24 luglio nel vallone di Staffalo presso Sommacampagna gli squadroni di Savoia catturano 400 uomini e il sergente Michele Gardino riesce a impadronirsi della Bandiera del reggimento Wimpffen dell'arciduca Ernesto. L'anno successivo Savoia si distingue a Mortara e a Novara tra il 21 e il 23 marzo.
 
Nella 2^ guerra di indipendenza è da ricordare in particolare l'episodio del 12 maggio 1859 a C. Stra presso Vercelli dove un plotone di Savoia mette in fuga una pattuglia di ussari meritando 6 medaglie di bronzo individuali.
 
Il 24 giugno 1866 a Custoza, 3^ guerra di indipendenza, Savoia si distingue nei combattimenti di Villafranca, protrattisi con ripetute cariche fino a notte per consentire il ripiegamento del grosso a ovest del Mincio.
 
Dopo la partecipazione alla breve campagna per la presa di Roma, Savoia festeggia nel 1892 a Verona il bicentenario della sua fondazione con gare di tiro, corse e un torneo storico svoltosi nell'Arena. Giosuè Carducci compone una sintetica storia del reggimento conservata in una pergamena firmata dall'autore.
 
Nella 1^ guerra mondiale Savoia viene inizialmente impiegato per la vigilanza delle rive del Tagliamento e costituisce la 1497^ compagnia mitraglieri, le cui sezioni si distinguono sul Carso e a Passo Buole.
Dopo aver partecipato alle operazioni per la liberazione di Gorizia (agosto 1916), nelle giornate di Caporetto contribuisce a proteggere la ritirata della 2^ armata alla Croce del Vinchiaruzzo (Pordenone). Il 3 novembre 1918 una pattuglia comandata dal ten. Baragiola entra per prima in Udine suscitando l'ammirazione della cittadinanza e meritando la medaglia di bronzo al valor militare allo Stendardo.
 
Nella 2^ guerra mondiale Savoia partecipa alle operazioni sul fronte occidentale e su quello italojugoslavo; nel luglio 1941 parte col C.S.I.R. per il fronte russo. Numerose azioni condotte in tutto il mese di ottobre valgono allo Stendardo la seconda medaglia di bronzo. Nell'estate del 1942, al comando del colonnello Bettoni Cazzago, Savoia scrive pagine di gloria coronando il 24 agosto la sua storia "a cavallo" con la carica di Isbuschenskij: lo Stendardo viene decorato di medaglia d'oro al valor militare.
L'eroismo degli uomini di Savoia continua nei mesi successivi con i contributi forniti agli alpini dal 5° squadrone mitraglieri (cade il capitano Corinaldi, comandante di squadrone) e dal 1° squadrone di formazione, quasi completamente distrutto. Nel gennaio del 1943 inizia la dolorosa ritirata.
 
La ricostituzione del dopoguerra inizia a Milano nel 1946, sotto il nome di "3° Cavalieri"; due anni dopo la denominazione cambia in "Gruppo di cavalleria blindata Gorizia". Solo nel 1958 sarà concesso al reggimento di riprendere il suo antico nome. Dopo molti anni trascorsi nella sede di Merano, dal 1995 Savoia è di stanza a Grosseto.

(testo tratto da “Breve storia della cavalleria e altri scritti” di Francesco Apicella)