Cavalleggeri Guide (19°)

Cavalleggeri Guide (19°)
Fondazione: 1859
Motto: Alla vittoria e all’onor son guida

Decorazioni:

  1 Oro V.E.
1 Ag. V.M.
1 Ag. V.E.
2 Br. V.M.
1 Ag. V.C.
 
Stato: ancora in vita
Stanza: Salerno
Festa di Corpo: Custoza, 24 giugno 1866

Dipendenza d’impiego:

 
COMFOTER
2° FOD
Brigata bersaglieri “Garibaldi”
 
 

Il 7 aprile 1859 nell'armata sarda viene costituito su sette ufficiali e centocinquanta uomini uno squadrone Guide a cavallo con il compito di assicurare il servizio di staffette presso i quartieri generali dell'armata e delle divisioni. Oltre all'armamento, sciabola e pistola, le Guide sono equipaggiate di sabretache, una caratteristica borsa portacarte in cui riporre i documenti da recapitare, che viene soprannominata scherzosamente marmotta.

Nel febbraio dell'anno successivo lo squadrone costituisce l'elemento di base con cui si amalgamano nel neo costituito reggimento Guide l'omonimo squadrone emiliano, militari lombardi già in servizio nella cavalleria austriaca e altro personale dei reggimenti della cavalleria sarda. Nel tempo il reggimento passerà alla specialità cavalleggeri, ma rimane la sua denominazione, unica tra tutte le unità di cavalleria a non fare riferimento ad alcuna città o provincia del regno o a nomi di sovrani. Con l'ordinamento del 1860 dispone di cinque squadroni anziché quattro come gli altri reggimenti e assume il compito di una vera e propria unità di manovra, pur conservando, con la sabretache rimasta nell'equipaggiamento individuale, il ricordo delle mansioni originarie.
 
A sei anni dalla sua costituzione Guide partecipa alla terza guerra d'indipendenza e combatte nella battaglia di Custoza il 24 giugno 1866. Tra le località degli scontri va ricordato il piccolo centro abitato di Oliosi a nord di Valeggio dove il 4° squadrone, pur disponendo di soli quarantaquattro uomini, carica l'avversario consentendo alla fanteria italiana di schierarsi in linea di battaglia. Un altro episodio vede protagonista il 3° squadrone di Guide nella stessa giornata a Campagna Rossa, nei pressi di Oliosi. Al comando del tenente Vittoro Asinari di Bernezzo il reparto carica il IV battaglione Baumgarten che sta incalzando i superstiti del 29° reggimento fanteria raccolti a difesa della loro Bandiera. L'azione ha successo e il vessillo è salvo; il comandante di squadrone, colpito ripetutamente durante la carica e ritenuto morto, viene gettato dagli austriaci in una stalla da cui sarà miracolosamente salvato.
A Monzambano intanto il comandante di reggimento, radunati il 1° e 2° squadrone, li guida Stendardo in testa alla difesa dei ponti sul Mincio. Anche qui sono numerosi gli atti di valore individuali e le azioni risolutive dei reparti. A riconoscimento della encomiabile condotta del reggimento nelle diverse azioni della giornata viene concessa la medaglia d'argento al valore militare allo Stendardo.
 
Inquadrato definitivamente nella specialità cavalleggeri, Guide invia il 2° e il 4° squadrone alla campagna di Libia sul finire del 1911. Dopo una traversata svolta in condizioni avverse che mettono a dura prova soprattutto i quadrupedi, il 18 gennaio 1912 gli squadroni combattono a protezione di due fortini in costruzione a Gargaresch, località ricordata anche da Gabriele D'Annunzio nella sua Canzone della Diana.
Altre azioni vengono condotte nell'agosto dello stesso anno e ancora, dopo la conclusione formale delle ostilità con il trattato di Losanna del 18 ottobre 1912, prosegue l'attività di contrasto alla guerriglia fino al gennaio dell'anno successivo.
 
Allo scoppio della prima guerra mondiale Guide appieda e costituisce due compagnie mitraglieri, la 737^ e la 738^, che si distinguono sul Carso già nel 1915. Tutto il reggimento ancora appiedato combatte l'anno successivo nel settore di Monfalcone e nell'offensiva del 14 giugno conquista importanti posizioni, cattura quattrocentosedici prigionieri, cinque mitragliatrici e ingente materiale. Nel 1917 Guide protegge il ripiegamento della 3^ Armata nella zona di San Vito al Tagliamento, mentre le compagnie mitraglieri difendono strenuamente il ponte di Lucinico sull'Isonzo e il ponte della Delizia sul Tagliamento.
Sul finire del conflitto, come gli altri reggimenti di cavalleria, Guide insegue il nemico in rotta. Dal 30 ottobre 1918 in poi, forzati in rapida successione Piave e Livenza, il reggimento occupa Sacile e prosegue su Cordenons; di qui passa il Tagliamento e viene fermato dall'armistizio proprio a Pozzuolo del Friuli dove appena un anno prima si era compiuto il sacrificio dei reggimenti Genova e Novara. Verrà assegnata allo Stendardo la medaglia di bronzo al valor militare con esplicita menzione dell'azione "di slancio" per l'occupazione di Sacile.
 
Settanta anni fa, nel 1934, Guide è protagonista del cambiamento che porta la cavalleria italiana nell'era della guerra meccanizzata. Trasformato in reggimento scuola carri veloci, dà vita ai tre gruppi squadroni carri veloci S. Marco, S. Giusto e S. Martino e al gruppo S. Giorgio rimasto a cavallo. Raggiunta l'operatività nell'anno successivo i gruppi carri veloci vengono ceduti alle Divisioni Celeri, mentre il reggimento continua le sue funzioni di scuola formando nel 1936 sei squadroni carri veloci per i reggimenti di cavalleria non indivisionati.
 
La seconda guerra mondiale inizia per il reggimento Cavalleggeri Guide, nuovamente montato, sul fronte greco-albanese. Tra l'ottobre e il dicembre 1940 numerosi episodi di valore, individuali e di reparto, fanno meritare allo Stendardo del reggimento una seconda medaglia di bronzo al valor militare. L'anno successivo si trasferisce nelle regioni settentrionali dell'Albania per impedire che lo schieramento italiano sia aggirato da est. Nei combattimenti del 12 e 13 aprile cadono la guida Giuseppe Felice alla cui memoria viene attribuita la medaglia d'oro al valor militare e altre tre guide, decorate di medaglia d'argento al valor militare.
Il ciclo operativo continua nella stessa area nel 1942 e nel 1943, con prevalente impegno in operazioni di controguerriglia. Il 5 agosto 1943 Guide muove da Tirana per liberare un gruppo dei Lancieri di Firenze accerchiato dai ribelli. Cade nell'azione di un plotone in avanguardia il sottotenente Giovanni Bonetto, cui subentra il comandante della unità mitraglieri in rinforzo tenente Eudo Giulioli, finché anche quest'ultimo cade. Entrambi gli ufficiali saranno decorati di medaglia d'oro al valor militare alla memoria. L'armistizio dell'8 settembre 1943 coglie il reggimento a Tirana; solo pochi elementi riescono a raggiungere le formazioni partigiane.
Intanto in Patria, mentre una aliquota del deposito reggimentale a Parma rifiuta la resa e combatte contro le truppe tedesche, il XIV gruppo appiedato si unisce agli anglo americani e raggiunge a novembre la zona di M. Camino (Mignano). Partecipa come reparto salmerie a tutte le principali azioni dei mesi successivi con la 4^ armata britannica. Denominato nel marzo 1944 14° Reparto salmerie da combattimento, concorre all'avanzata del corpo italiano di liberazione nel settore adriatico ed entra tra i primi reparti a Bologna il 3 maggio 1945.
 
Nel 1949 si ricostituisce lo squadrone di cavalleria blindata Guide per la divisione Ariete, trasformato in gruppo squadroni nel 1953.
Più che le varie trasformazioni ordinative e di sede che hanno portato oggi il reggimento alla configurazione blindata nella sede di Salerno, meritano di essere ricordate altre due ricompense allo Stendardo: la medaglia d'argento al valore civile concessa nel 1963 per l'opera prestata in soccorso alle popolazioni colpite dal disastro del Vajont e la medaglia d'oro al valore dell'esercito concessa nel 2002 per la partecipazione alle operazioni in FYROM (Macedonia) e Kosovo. 

(testo tratto da “Breve storia della cavalleria e altri scritti” di Francesco Apicella)