132° Reggimento Carristi

132° Reggimento Carristi


 


Costituzione
: settembre 1941

Motto: In hostem ruit

Decorazioni: 1 Oro V.M.
                        1 Br. V.E.

Stanza: Cordenons (Pn)

Festa di Corpo: Bir Hakeim, 27 maggio

Dipendenza: - COMFOTER
                        - 1° FOD
                        - Brigata Corazzata “Ariete”
 

 


Il 132° Reggimento è il più giovane dei reggimenti carri, ma è assurto a unità simbolo della specialità Carristi perché è l’unico ad essersi costituito in zona di guerra ed è stato la prima unità carri dell’Esercito Italiano ad essere impiegato in combattimento come forza di manovra autonoma, principale ed unitaria, secondo i canoni della dottrina della guerra dei corazzati.
Fra tutti i reggimenti che dell’Ariete hanno fatto e fanno parte, quello che più di ogni altro ha contribuito a rendere leggendario e glorioso il nome della Divisione Corazzata Ariete. Basti considerare che dell’Ariete siamo il reggimento con il più numeroso medagliere di decorazioni individuali al Valore Militare [365 in totale, di cui: 1 Ordine Militare d’Italia (Cavaliere), 4 Medaglie d’oro (3 alla memoria), 76 d’argento (19 alla memoria), 134 di bronzo (39 alla memoria), 151 Croci di guerra] fra tutte quelle concesse al personale della Grande Unità nel corso della guerra in Africa Settentrionale. Il nostro reggimento ha lasciato sul campo di battaglia nordafricano più di 340 Caduti (40 Ufficiali, 75 Sottufficiali, 225 Graduati e semplici Carristi).
Siamo stati il primo reggimento carristi ad essere ricostituito subito dopo la guerra, fin dalla primavera del 1948. Siamo quelli che da più lungo tempo hanno il privilegio di tener cucito sulla spalla delle proprie uniformi e dipinto sugli scafi dei nostri carri lo scudetto rosso–blu col caprone: dal 1° settembre 1948, infatti, operiamo ininterrottamente sotto il segno dell’Ariete.
Siamo stati i primi carristi a sfilare il 2 giugno di quell’anno davanti al primo Presidente della Repubblica in via dei Fori Imperiali, con i nostri carri Sherman. Siamo l’unità carri più longeva dell’Esercito Italiano e abbiamo ricostituito la nostra specialità sulle colonne infrangibili del nostro entusiasmo e del valore di quanti ci hanno preceduti nei ranghi di quello che molti hanno definito il più bel reggimento che sia mai esistito. L’Ariete siamo noi! Ecco perché:

Il nostro Reggimento si è costituito il 1° settembre 1941 in Africa Settentrionale, nella zona di Elnet Lasga (località lungo la pista Berta - El Mechili), con la denominazione di 132° Reggimento Fanteria Carrista. Ne facevano parte, oltre alla Compagnia Comando costituitasi nel luglio dello stesso anno a Roma in seno al 4° Reggimento carristi, i battaglioni carri medi VII, VIII e IX provenienti dal 32° Reggimento Fanteria Carrista.
Dopo un breve periodo di addestramento ed amalgama, il 132° raggiunse la Divisione Corazzata Ariete a Bir El Gobi ed il 18 novembre 1941, a Bir El Dlena, il Reggimento ebbe il battesimo del fuoco.
Il giorno successivo intervenne nella battaglia di Bir El Gobi, dando subito prova di valore e fiero spirito combattivo. L’urto con le unità corazzate nemiche apparve violento, data la quantità di mezzi impiegati dall’avversario ma, grazie alla risolutezza degli ordini impartiti dal Comandante di Reggimento, Tenente Colonnello Enrico Maretti, nel primo pomeriggio le forze avversarie cedettero lentamente e ripiegarono sulle loro posizioni di partenza.
Il 23 novembre a Bir Cremisa, in cooperazione con due reggimenti carri tedeschi, il 132° attaccò frontalmente il caposaldo nemico, eliminandolo.
Il 29 e 30 novembre partecipò ai vittoriosi combattimenti di Sidi Rezegh ed il 5 dicembre ad EL Duda. Dal 13 al 15 dicembre combatté per la conquista del caposaldo di quota 204 di Ain El Gazala.
Dopo un brevissimo periodo di riordinamento prese parte alle prime operazioni per la riconquista della Cirenaica (21 – 29 gennaio 1942) che si conclusero con la rioccupazione di Bengasi. Ricevuto in sostituzione del decimato VII, il X Battaglione carri M14/41 proveniente dal 133° Reggimento carristi, il 27 maggio 1942 il Reggimento attaccò con successo due fortissimi caposaldi nemici: Rugbet El Atasc, difeso da truppe indiane e Bir Hacheim, presidiato da truppe francesi degolliste. A seguito dell’eroico comportamento tenuto in quell’occasione da tutti i carristi del 132°, la data è stata designata quale festa del Reggimento.
Nel medesimo combattimento si distinse, tra gli altri, il caporale Giovanni Secchiaroli, diciottenne, mitragliere di carro M, che benché ferito ed unico sopravvissuto del suo equipaggio, continuò a fare fuoco dal proprio carro immobilizzato fino a che non cadde ucciso da un ulteriore colpo anticarro. Alla sua memoria è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Dal 29 maggio al 18 giugno 1942 i combattimenti proseguirono vittoriosi, fino alla Battaglia del quadrivio tra Trigh Capuzzo e Trigh Hacheim. Senza soluzione di continuità il Reggimento partecipò attivamente all’attacco ed all’occupazione della piazzaforte di Tobruk che fu presa definitivamente il 21 giugno. Nonostante le gravi perdite subite, sottoposto a terrificanti bombardamenti aerei e d’artiglieria, il 132° concorse all’inseguimento del nemico in territorio egiziano fino alla stretta di EL Alamein. Inviato alla base di EL Daba per riordinarsi, dopo dieci giorni, il 15 luglio 1942, costituito solo dai battaglioni IX e X, ritornò in prima linea. Qualche giorno più tardi ricevette in sostituzione del decimato VIII Battaglione, il XIII Battaglione carri cedutogli dal 31° Reggimento carristi, appena giunto dall’Italia.
Dal 31 agosto al 6 settembre 1942 il Reggimento fu impegnato nell’ultimo sforzo offensivo esercitato dall’Armata italo–tedesca nella zona di EL Qattara. Dal 23 ottobre al 6 novembre successivi, ad EL Alamein, sopportò indomito l’urto dell’attacco decisivo sferrato dai britannici e infine si immolò in numerosi contrattacchi lanciati per proteggere il ripiegamento delle nostre divisioni di fanteria appiedate. Il 1° dicembre 1942, ormai completamente distrutto, viene sciolto. Nel corso di 14 mesi di guerra nel deserto africano il reggimento ha pagato un altissimo tributo di sangue che assomma ad almeno 340 fra caduti e dispersi di ogni grado. Ben 365 le decorazioni al Valor Militare concesse ai carristi di ogni grado del reggimento.
Con quanto restava fu costituto il 132° Reggimento controcarri che proseguì la lotta fino al fronte tunisino e che fu sciolto nel maggio 1943. L’ultima decorazione al Valor Militare concessa a un carrista del nostro reggimento è del 22 marzo 1943.
Il 21 marzo 1944, il Reggimento venne ricostituito in Sardegna ed inquadrato nel 1° Raggruppamento motocorazzato. Ne facevano parte i battaglioni (quadro) I e II (carri leggeri) e III, IV, V (semoventi da 47/32). Il 15 maggio successivo, scioltosi il raggruppamento motocorazzato, il 132° Fanteria Carrista fu assegnato alla Divisione Granatieri di Sardegna. Il 27 agosto dello stesso anno il reggimento fu nuovamente disciolto.
Il 10 luglio 1948 il Reggimento si ricostituì in Roma, presso il forte di Pietralata, col nome di 1° Reggimento Carristi, su I e II Battaglione carri costituitisi, anch’essi nella Capitale, il 25 maggio precedente. Equipaggiato di carri armati M4 Sherman tutti residuati bellici britannici, oltre che dai due battaglioni carri è costituito anche dalla Compagnia Comando Reggimentale e dall’officina mobile.
Il 2 giugno del 1948 il I Battaglione carri sfila a ranghi completi in via dei Fori Imperiali subito prima di essere trasferito in Friuli, a Casarsa della Delizia. È la prima unità a sfilare su mezzi corazzati dinnanzi ad un Presidente della Repubblica Italiana (Luigi Einaudi).
Il 1° settembre 1948 è assegnato alla Brigata corazzata Ariete. Il 1° aprile 1949 riassume la denominazione di 132° Reggimento Carristi Ariete ed allo stesso è assegnato il motto non ufficiale Impavida Fide, Celerrimo Ictu.
Per l’eroico comportamento tenuto in guerra dall’intera compagine del 132° e per l’immane sacrificio chiesto al suo Grande Equipaggio, il 25 luglio 1949, nella piana della Comina a Pordenone, il Ministro della Difesa (On. Randolfo Pacciardi) consegna al Reggimento la Bandiera di guerra della Repubblica decorandola contestualmente con una Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Superba e avvincente la motivazione che riassume gli elementi di forza del nostro Reggimento:
«Poderoso strumento di guerra fuso in un unico blocco di macchine, energie e cuori, iniziò sul suolo marmarico la sua vita di dedizione, di sacrificio e di vittoria recando con la più severa preparazione, l’ardore puro dell’ideale e della giovinezza. Tappe di conquista e di gloria, lotte titaniche di corazze contro corazze. Bir el Gobi, Sidi Rezegh; munitissimi capisaldi smantellati e travolti, quota 204 di Ain el Gazala, El Duda, Bir Hacheim, Dahar el Aslagh; infaticabile pulsare di motori; ansia ardente di incalzare sempre più il nemico, battuto nelle nostre terre ed in ritirata verso l’Est oltre i confini, da Tobruch a El Alamein. Affrontò sempre un avversario agguerrito e superiore per numero e potenza lottando incessantemente in un ambiente naturale tra i più inospitali della terra; due volte si immortalò nella gloria dell’offerta estrema, due volte risorse più forte per virtù di capi e generosità di gregari. Nell’unità morale dei Caduti e dei vivi dimostrò saldezza e compagine degne dello spirito della razza e delle più belle tradizioni millenarie dell’Esercito Italiano - Bir el Gobi, 18 novembre 1941 – El Alamein 3 luglio 1942»
Il 29 aprile 1950 il Reggimento riunisce tutti i suoi reparti in Friuli accantonandosi in quella che diverrà la sua sede storica: la caserma intitolata al Tenente Colonnello dei carristi Salvatore Zappalà, ricavata in una vasta porzione del vecchio aeroporto di Roveredo in Piano – Aviano, poco distante da Pordenone.
Nel 1951 è la prima unità dell’Esercito a cambiare la propria linea carri nei nuovi M47 Patton.
Il 1° marzo 1952 viene costituito, su carri M 47 Patton, il III Battaglione carri che fino al 16 dicembre 1952 ha sede a Casarsa della Delizia e poi viene subito ceduto al ricostituendo 31° Reggimento carristi di Verona.
Il 29 dicembre 1952 si completa la sostituzione dell’intera linea carri con gli M47.
Nel 1954 viene ricostituito, sempre su M 47, il III Battaglione carri che da quel momento condividerà la sede di AVIANO con il resto del Reggimento.
Il 5 gennaio 1959 il Reggimento cambia denominazione e diviene 132° Reggimento carri.
Il 1° febbraio 1959 i tre battaglioni riassumono le denominazioni avute in guerra diventando rispettivamente VII, VIII e X Battaglione carri. Il 1° luglio 1963, dopo l’avvenuto scambio di numero ordinativo e comandante tra l’VIII e il VII Battaglione carri (provvedimento disposto affinchè il reparto di più antica militanza rimanesse nei ranghi del Reggimento), quest’ultimo lascia i ranghi del 132° perché assegnato all’8° Reggimento bersaglieri ed è trasferito prima nella caserma “Fiore” di Pordenone (attuale caserma “Mittica”) e qualche anno più tardi nella sede di Vivaro dove resterà sino al 1991. In sostituzione del VII, nelle fila del 132° carri entra il XXXVIII Battaglione bersaglieri reparto un tempo appartenuto al 3° Reggimento bersaglieri, come gli altri reggimenti della specialità carristi, il 132° ha il privilegio di accogliere nei propri ranghi un reparto di fanti piumati a suggello di una fratellanza d’armi tanto efficace. Il 4 novembre 1966 i reparti del reggimento intervengono in soccorso delle popolazioni colpite dall’alluvione del Piave. Nel corso delle operazioni di soccorso cade il caporale ventiduenne Eros Perinotto, alla cui memoria è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Nel 1968 gli M47 sono sostituiti dagli M60 e il 29 luglio dello stesso anno, nel ventennale della ricostituzione del Reggimento, il Presidente della Repubblica concede al 132° carri, con proprio decreto, lo stemma araldico e il motto In hostem ruit (Sul nemico irrompe).
Il 1° novembre 1975, il reggimento viene disciolto. Il suo Comando e i suoi reparti formano il nerbo della neo costituita 132ª Brigata corazzata Manin che ha sede nella caserma di Aviano e ingloba nel proprio emblema lo stemma araldico del Reggimento. In tale contesto i battaglioni assumono il rango di corpo.L’VIII assume la denominazione di 8° Battaglione carri M.O. Secchiaroli; il X quella di 10° Battaglione carri M.O. Bruno, ed il XXXVIII diventa 27° Battaglione bersaglieri Jamiano. La compagnia controcarri reggimentale diviene autonoma e la compagnia comando del reggimento dà vita al Reparto Comando della predetta brigata.
La Bandiera di guerra del 132° carri viene affidata in custodia all’8° Battaglione carri M.O. Secchiaroli, assieme al compito di custodire e mantenerle vive e vitali le belle Tradizioni del Reggimento. E così è stato! Nella primavera–estate del 1976 l’8° Battaglione partecipa alle operazioni di soccorso per il sisma del Friuli. All’atto dello scioglimento del Comando della Divisione Ariete (settembre 1986) la brigata Manin ne eredita il nome glorioso e diventa 132^ Brigata corazzata Ariete trasferendo il suo Comando a Pordenone (attuale palazzo della Questura).
Il 27 luglio 1992, a seguito di una ulteriore ristrutturazione dell’Esercito, il 132° è ricostituito e riacquisisce il patrimonio storico che già gli era appartenuto. Inquadra, oltre alla Compagnia Comando e Supporto Logistico Bengasi, l’ 8° Battaglione carri M.O. Secchiaroli, su 5 compagnie carri (6a Ghemines, 7a Roma, 8a Bir Hacheim, 9a Ghibli, 10 a Aviano). Dal dicembre 1992 al marzo 1994, a turni trimestrali, i reparti del 132° partecipano con i carri M60, alla missione Ibis in SOMALIA facendo meritare allo Stendardo la seconda decorazione al Valore. Nel 1994 la linea carri M60 è sostituita con Leopard 1.
Il 30 novembre 1995 il Reggimento lascia la sua sede storica di Aviano ed è trasferito nell’attuale base, la caserma intitolata ai fratelli De Darli in Cordenons ove assorbe nei propri ranghi il grosso del personale del disciolto 63° Reggimento carri. Nel frattempo, l’8° Battaglione carri riduce il proprio organico a 4 compagnie carri (1a Rugbet el Atash, 2a El Alamein, 3a Tobruk, 4a Bir Hacheim).
Il 30 maggio 1998, a testimonianza degli eccellenti rapporti instauratisi con la comunità locale, al Reggimento è conferita la Cittadinanza Onoraria della Città di Cordenons.
Dal 1999 è parte dell’Arma di Cavalleria, orgogliosamente ne fa parte, ma rimane il fedele e intransigente depositario delle proprie origini, delle tradizioni peculiari e delle glorie di guerra dei carristi italiani come sottolineato dal lambello rosso, simbolo araldico di fedeltà al proprio casato, che nello stemma araldico del reggimento ne sovrasta il celebre palmizio d’Africa.
Molteplici le attività svolte dai carristi del Reggimento, dal dopoguerra fino ai nostri giorni: operazioni di soccorso in occasione della sciagura del Vajont (ottobre 1963); alluvioni Veneto e Friuli del 1966 (1 Medaglia d’Oro al Valor Civile individuale); terremoto del Friuli nel maggio 1976; operazione di presidio punti sensibili sul territorio nazionale in occasione della prima guerra del golfo (1991); missione di pace Ibis in Somalia (dicembre 1992– marzo 1994) per la quale la Bandiera di guerra del Reggimento è stata decorata con una Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito; operazione Testuggine per la sorveglianza del confine orientale (1994); operazione Vespri Siciliani, in concorso con le forze di Polizia, per il presidio di obiettivi sensibili e per il controllo di parte del territorio della provincia di Palermo (marzo–maggio 1996 e maggio–luglio 1997).
Dal novembre 2000 al marzo 2001 il Reggimento carri ha costituito la task force Sauro in Decane (Kosovo). Dall’ottobre 2001 al marzo 2002 l’8° Battaglione carri è stato inquadrato nella medesima task force. Dal gennaio 2004 al maggio 2004 la 4ª compagnia Bir Hacheim ha operato in Iraq, nell’ambito dell’operazione Antica Babilonia, inquadrata nella task force Eleven (su 11° Reggimento Bersaglieri)”. Dal luglio 2004 al gennaio 2005 la 1ª,2ª e 3ª compagnia sono state inquadrate nella task force Aquila (su Reggimento Lancieri di Novara), nell’ambito dell’operazione Joint Guardian in Belo Polje (Kosovo). Dall’aprile al settembre 2005 il 3° plotone della 4ª compagnia carri ha operato, con i propri carri, in Iraq nell’ambito dell’operazione Antica Babilonia, inquadrato nella task force Alfa (su 187° Reggimento Paracadutisti).
Dal gennaio al giugno 2005 significative aliquote di personale del reggimento sono state inquadrate, alternativamente, nell’ambito dell’operazione Domino: dal 1 gennaio al 7 febbraio 2005 col Reggimento Nizza Cavalleria; dal 8 febbraio al 31 marzo 2005 col 4° Reggimento carri; dal 1 aprile al 6 giugno 2005 col 2° Reggimento Genio Pontieri. Dal 25 agosto 2005 al 27 gennaio 2006 il 1° plotone della 2ª compagnia carri ha operato, con i suoi carri, in Iraq inquadrato nella task force Alfa (su 11° Reggimento bersaglieri). Dal 1° febbraio 2006 al 12 aprile 2006 il 132° Reggimento carri ha costituito il Comando Raggruppamento Nord Est nell’ambito dell’operazione Domino. Dal 27 gennaio 2005 al 20 giugno 2006 il 1° plotone della 3ª compagnia carri ha operato in Iraq inquadrato nella task force Alfa (su 152° Reggimento Fanteria “Sassari”).
Nel dicembre 2007 infine, dopo un lungo e meticoloso periodo di approntamento, il nostro reggimento è stato schierato, con il suo Stendardo, in Herat in Afghanistan per l’operazione Presidium 8. Il reggimento ha fornito in particolare il main body dello staff e delle unità di Force Protection della task force Lince per il Provincial Reconstruction Team, nonché una task force a livello compagnia (denominata TF Alamein) quale forza di reazione rapida del Regional Command West di ISAF. Il personale ha operato in condizioni di estrema difficoltà ambientale ed operativa ed è stato menzionato nel corso della 281^ seduta del Senato della Repubblica.
Dal 4 agosto al 4 novembre 2008 una compagnia di formazione del reggimento (su base 1^ compagnia Rugbet el Atasc) è stata inquadrata nel raggruppamento tattico Milano (su base Reggimento Artiglieria a cavallo) nell’ambito dell’operazione Strade Sicure 1, in concorso alle forze di Polizia. Il reparto ha operato presso il Centro di Identificazione e di Espulsione di Milano. Dal novembre 2008 il reggimento rinforza senza soluzione di continuità, con un notevole contributo di proprio personale altamente qualificato, il Comando e le task forces del contingente nazionale schierato in Libano nell’ambito della missione UNIFIL.
Dall’agosto 2009, oltre a rinnovare il contributo sulla piazza di Milano, costituisce il Raggruppamento a disposizione del Prefetto di Pordenone per l’operazione Strade Sicure 2 condotta nel territorio della Provincia della destra Tagliamento.
È per questo che pensando a ciò che siamo ci piace dire: “È qui che Ariete combatte! Perché l’Ariete, siamo noi!”

(fonte: Col. c. (cr.) t.ISSMI Maurizio E. Parri, 50° Comandante)

Nota:
Oggi il Reggimento si compone di un comando di reggimento, una compagnia comando e supporto logistico ed un battaglione carri, pedina operativa dell'unità.
Alimentato da Volontari, il reggimento è di stanza a Cordenons (PN), nella Caserma Nicolò e Giuseppe De Carli.