giovedì 26 maggio 2016

Scuola Dino Provenzal di Voghera in visita

Quasi  volesse parafrasare il “lasciate che i piccoli vengano a me (Mt 19, 13-15), giovedì 26 maggio, alle ore 10:50, il Priore apre le porte del Tempio alla vista della V elementare del plesso scolastico “Dino Provenzal” di Voghera.

I ragazzi giungono puntuali, sorprendentemente disciplinati, corretti ed educati. Sono inquadrati da un’insegnate particolarmente attenta, premurosa e visibilmente motivata, la dott.sa Daniela Freggiaro e da altre due insegnanti che, più discretamente, si tengono quasi defilate.
Ad accoglierli il Priore in persona che non vuole perdere quella che considera una preziosa occasione di parlare a dei ragazzi così giovani. Lui, quasi settantenne, ricorda ancora come molti semi gettati dalla sua maestra elementare siano germogliati nella sua anima, accompagnandolo per tutta la vita.
Così, con sorpresa generale, invita i bimbi a sedere per terra, sul lucido pavimento tirato a cera e comincia a parlare loro, come li conoscesse da sempre. Parla di Cavalleria, del perché essa sia sempre stata a presidio di Voghera; dice del cavallo e del rapporto di questo singolare animale ed il cavaliere... .
I bambini sono straordinariamente attenti e lui ne sollecita la curiosità con aneddoti che eccitano la fantasia, sicché le domande, sempre pertinenti ed acute, si fanno via via più numerose.
Anche l’insegnante è attenta e, di tanto in tanto, interviene a sottolineare alcuni passi dell’interloquire, mettendo in risalto gli elementi utili alla ricerca di approfondimento che questi giovani che si affacciano alla vita, stanno conducendo.

Poi il Priore li conduce alla trincea che corre attorno al Tempio e li porta davanti al mesto monumentino che si erge dietro all’abside, forse unico in Italia, dove una pietra recita ”Al Cavaliere e al cavallo ignoto”. Tale dedica colpisce i ragazzi che, così, hanno modo di riflettere su quel rapporto indissolubile che lega il cavaliere ed il suo animale, legame che perfino la morte rispetta ed anzi rafforza nell’unica quiete che essa concede.