Voghera ci accoglie con una bellissima giornata di sole. Sono forse duecento i cavalieri che onorano l’appello del Priore di ritrovarsi per il 30 ottobre nel nostro Tempio.
E tutto fila secondo le migliori speranze degli organizzatori: dalla Lombardia, Milano e dintorni, forse i più numerosi, con in testa l’inossidabile Giancarlo Cioffi ed il vulcanico Francesco Gritti, la medaglia d’argento al V.M.; quindi notiamo gli amici di Melegnano, Voghera, Lomello e Vigevano, nonché il consigliere nazionale per la Lombardia, Ten. dott. Claudio Lucchini che il Priore incarica di porgere il saluto del Presidente Nazionale.
Dal Piemonte c’è la Sezione torinese a distinguersi per il numero dei soci. Pochi questa volta i colori di Lodi, il reggimento del Priore, rappresentato da soli due cavalleggeri, il fedelissimo Daniele Notarrigo e dall’esuberante Giuseppe Raciti che giunge apposta dalla lontana Catania. Anch’essi da lontano, scorgiamo il Gen. C.A. Vladimiro Alexitch con la consorte gentile, che giungono da Roma, nonché l’inseparabile Gen. B. Salvatore Vincenzo Maria Marino, presente da Modena, nonostante le pressanti difficoltà che l’affliggono da qualche tempo.
E mentre alla spicciolata arrivano altri Stendardi e radunisti, mischiati alle bandiere spiegate delle locali Associazioni d’Arma, ecco presentarsi compatto il plotone dell’Amministrazione Comunale: il Sindaco, l’Assessore ai Lavori Pubblici e quello alla Protezione civile, i quali – benché sospesi dalle loro attribuzioni - non vogliono mancare. Sono presenti, altresì Forze dell’Ordine: Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e quella Locale.
Toccante la rievocazione fatta dal Priore, il quale - come ogni volta - non riesce ad arrivare fino in fondo senza commuoversi al ricordo degli intrepidi lancieri di Pozzuolo.
Nella commemorazione di quest’anno preferisce portare la testimonianza del Presidente del Consiglio dell’epoca, Vittorio Emanuele Orlando, che il 29 ottobre del 1917 nel suo diario appuntava: “... vorrei che il mio stile fosse capace di … dire di questi cavalleggeri d’Italia che, in una atmosfera di Apocalisse, risalgono la corrente delle centinaia di migliaia di sbandati e di profughi, … vanno verso il nemico irrompente e dirompente, sereni e calmi, sicuramente votati alla morte, anzi destinati alla morte perché, solo così si sarebbe potuto compiere il prodigio di quella ritirata”.
Il 31 ottobre completava l’appunto con la scarna, ma commossa nota: “… questo sacrificio eroico meriterebbe … quella risonanza gloriosa attribuita ai trecento delle Termopili o al quadrato della Guardia di Waterloo”.
Il Priore non è l’unico a commuoversi: lo sono anche molti dei presenti in chiesa, uomini adulti che hanno prestato giuramento in cavalleria e che, sull’onda della rievocazione, rincorrono con la memoria a tutte quelle volte che nella loro vita si sono chiesti se mai sarebbero stati all’altezza di tanto sacrificio, se chiamati.
E commosso è anche il celebrante Padre Giuseppe, il barnabita missionario che prima del saio, ha indossato da giovane le verdi fiamme d’alpino che ancor oggi coltiva nel chiuso del suo cuore, il quale nell’omelia, ripercorre la commemorazione del Priore passo passo, per sottolineare i valori morali impliciti nei fatti, quasi a volersi preoccupato che da tutti fossero stati ben recepiti.
La commemorazione si conclude con la Preghiera del Cavaliere recitata per tutti noi dal Patrono Benemerito Cap. dott. Silvio Villani e la benedizione paterna del cappellano che augura a questa nostra Italia tempi più sereni di pace e concordia.