La lampada del Santissimo si presentava in pessime condizioni di conservazione. In particolare lo sporco di oltre 50 anni ne aveva ossidato le superfici, al punto da cancellarne il nome del donatore.
Osservata da vicino, la lampada era arraffazzonata con l'ausilio di fil di ferro. S'è proceduto - pertanto - alla ricostruzione in ottone di tutti i ganci mancanti.
Il lavoro di pulitura si presentava, altresì, particolarmente difficoltoso a causa anche di talune crepe presenti sul collo della stessa.
Sottoposta, finalmente, a spazzolatura e rimossa così la patina dell'ossido, si sono evidenziate pregresse saldature in stagno, per nascondere le quali s'è ritenuto necessario procedere alla completa ottonatura presso una ditta specializzata di Milano.
Qui giunta, però, in considerazione della pregevole fattura del manufatto, s'è valutato più opportuno procedere alla placcatura in oro zecchino.
La pulitura ha restituito il nome della donatrice: la N.D. Neny Royer Zelaschi.
Adesso la lampada ha ripreso il suo posto, restituita all'antico splendore.
La spazzolatura e lucidatura della lampada, così come quella dei candelieri e la riparazione del turibolo, sono stati eseguiti gratuitamente dal Sig. Silvio Stoppani di Ghemme, classe 1931, già Dragone in Nizza, che ha eseguito il lavoro in ricordo del suo lontano servizio prestato in Cavalleria a Pinerolo.
La doratura della lampada, invece, è stata offerta dal dottor Carlo Rastelli, amico personale del Priore.