Come programmato ormai da mesi, si riunisce a Voghera una rappresentanza dei Cavalieri Templari Cattolici d’Italia per raccogliersi in preghiera nel Tempio Sacrario della Cavalleria Italiana.
Giungono da molte città: Firenze, Parma, Pavia, dalla stessa Voghera; un pellegrinaggio voluto Fra Pietro Spaggiari, già ufficiale in Lodi, e coordinato da Fra Jorge Masanta, un argentino naturalizzato italiano che vive a Voghera e che è anche patrono del Tempio.
E’ una bella giornata di fine settembre che fa risaltare il candore dei loro mantelli rossocrociati: sono appena in quindici, poiché nello stesso giorno questi Templari sono presenti ad altre due cerimonie in altre e lontane località d’Italia, ed il Tempio sembra accoglierli in tutta la sua austera bellezza, come dei fratelli che con noi - cavalieri in armi - condividono i valori della Cavalleria.
Sono uomini che, nel loro quotidiano impegno di cittadini e di padri di famiglia, hanno scelto di praticare l’antica disciplina dei Cavalieri: L’anima a Dio, la vita al Re (Cristo), il cuore alla Dama e l’onore a me.
Ad accoglierli, oltre al Priore, c’è anche uno gruppo di Patroni e tutti insieme si assiste alla Santa Messa che oggi sembra ancora più solenne: il Tempio risuona della loro fervida preghiera e dei loro canti, come poche altre volte in questi anni.
Quando il rito ha termine, il Priore li ringrazia della loro presenza e - ben sapendo come fra gli scopi principali dell’Ordine cui appartengono ci sia quello di recuperare gli antichi edifici sacri abbandonati - illustra loro la storia della Chiesa Rossa, del suo declino nel tempo ed attraverso quali vicissitudini sia divenuta oggi Tempio della Cavalleria.
Loro sono attenti e disciplinati come antichi cavalieri; ogni tanto qualcuno annuisce d’approvazione al ricordo del Nobile Don Jacopo Lauzi di Rho, il fondatore di questo Tempio.
Poi, finita la presentazione, all’ordine del loro capitano, salutano alla voce: Non nobis!
Sul sagrato indugiano ad ammirare le forme architettoniche esterne, chiedono spiegazioni sugli stemmi della trincea, si complimentano per il modo come è tenuta la Chiesa e promettono di tornare, perché qui si sono proprio trovati bene.