L’iniziativa era nata su Facebook dove molte Vecchie Sciabole del disciolto Reggimento Cavalleggeri di Lodi (15°) avevano espresso il desiderio di rivedersi nella sede di Lenta... . Richiesta l’autorizzazione, con vivo dispiacere si apprendeva che, né alla data fissata né in seguito ciò sarebbe stato possibile, per cui il Gen. Dario Temperino, al quale si erano rivolti perché facesse da intermediario con l’attuale comando di Lenta, aveva offerto l’alternativa del Tempio Sacrario della Cavalleria. I più sono rimasti delusi ed hanno rinunciato, ma uno sparuto zoccolo duro ha resistito e, domenica 27 maggio, erano puntualissimi all’appuntamento davanti al sagrato della Chiesa Rossa.
Non erano in molti, ma provenivano dai quattro angoli della Penisola: da Venezia, Treviso, Padova, Milano, Asti, Torino, Vercelli e perfino da Catania. Qualcuno con mogli e figli, e tutti motivati ed entusiasti.
C'erano anche il Gen. Umberto De Luca, cui è toccato l'onore di comandare due volte quell'Unità ed a sorpresa l’ultimo Comandante del Reggimento, il Gen. Giuseppe Roca, giunto con la consorte per rivedere gli antichi colori reggimentali.
Giornata commovente anche per il Priore che, accogliendoli, ha riconosciuto taluni suoi cavalleggeri che non rivedeva da quasi trent'anni, alcuni dei quali, i reduci dal Libano, orgogliosamente esibivano sulla giacca la medaglia commemorativa ed il distintivo di quella prima missione all’estero.
In attesa della Santa Messa, il Priore ha loro presentato il Tempio, rifacendo la storia millenaria della Chiesa Rossa e quella del Sacrario che ha già superato il mezzo secolo di vita.
Nel corso della funzione religiosa, celebrata dal barnabita Padre Ivano, il sacerdote ha elogiato il senso di appartenenza che aveva mosso i convenuti, additandoli a modello a tutto il Popolo della nostra bella Patria.
Al pranzo di Corpo, nella sala appositamente addobbata con i quadri ed i simboli del Reggimento, si sono scatenati i ricordi e l'incontenibile allegria che ha coinvolto i numerosi avventori presenti a Villa Meardi che, stupiti, hanno anche assistito alla carica finale nella quale è risonato ancora una volta il nome di Lodi.