Le pareti della Chiesa Rossa, come popolarmente è conosciuto il Tempio a Voghera, erano verisimilmente completamente affrescate. Questa l’opinione della restauratrice che così s’esprimeva col Priore che ha seguito in questi giorni da vicino i lavori; ne sarebbero testimonianza le larghe chiazze di calce ancora visibili lungo tutto l’edificio che, come noto, tra la fine del settecento ed i restauri effettuati dalla Cavalleria negli anni cinquanta dello scorso secolo, ha subito ingiurie d’ogni genere, col risultato che tali affreschi, oltre 200 metri quadrati di estensione, sono andati completamente distrutti.
Giustificata quindi la preoccupazione del Priore che fin dalla sua assunzione di responsabilità aveva ripetutamente sollecitato il Comune e, perfino, interessato privati, perché si ponesse mano al restauro degli ultimi lacerti di affreschi rimasti, tre per la precisione, più piccolissime tracce sparse qua e là, tutti insistenti sull’arcata trionfale che divide l’aula dall’abside.
I lavori, per interessamento dell’Architetto Massimiliano Carrapa, responsabile del settore Lavori Pubblici del Comune di Voghera, sono iniziati il 31 marzo e si sono conclusi il 23 aprile, proprio nella giornata di San Giorgio, la cui commemorazione si sarebbe tenuta da lì a tre giorni.
Rimosso il grande Crocifisso pensile sull’altare, s’è proceduto ad asportare l’intonaco nel quale erano stati affogati gli affreschi nel corso del primo intervento di restauro, intonaco ormai pregno dell’umidità di questi ultimi sessant’anni; quindi i restauratori hanno proceduto a praticare delle infiltrazioni sotto ai disegni, onde consolidarne la presa sul muro, a rimettere in piano le figure, sigillarne le crepe ed infine a riprenderne i colori, rispettando quanto è pervenuto fino a noi in fatto di decorazione.
Il risultato ottenuto è straordinario: sotto la luce del nuovo impianto di illuminazione appena realizzato, gli elementi floreali di decoro hanno ripreso vita ed il volto del vescovo, forse Sant’Ilario - il primo titolare del manufatto antico - ha riacquistato l’espressione serena e ieratica che l’ignoto artista volle conferirgli mille anni orsono.
Giustificato quindi l’orgoglio del Priore che, subito dopo a commemorazione di domenica 27, ha invitato tutti i presenti sfilare davanti agli affreschi per apprezzarne il recuperato splendore.
All'Arch. Massimiliano Carrapa la riconoscenza dei Cavalieri d'Italia.