Incontrare i giovane per il Priore è sempre stata una gioia. Avere poi la possibilità di parlare loro liberamente di Patria, di onore, di onestà, cose di cui oggi non dice più nessuno, quasi ce ne si vergognasse, diventa per lui una vera gratificazione.
Don Alfonso, il Cappellano della Scuola di Polizia aveva avuto modo di celebrare un battesimo al Tempio. Se n'era innamorato ed aveva promesso di tornare con degli allievi. E così eccolo giungere con 40 giovani, ragazze e ragazzi, che sprigionano vitalità e forza da ogni poro, ma anche assetati di sapere.
Quindi entrano, silenziosi, disciplinati. Il Priore li invita a sedersi sugli scranni e sulle sedie, saluta i due ex cavalieri del gruppetto: un dragone di Nizza ed un cavaliere di Piemonte, che in realtà è poi una bella signorina. Tutti loro hanno già prestato servizio militare.
Dopo un cordiale benvenuto tanto per rompere il ghiaccio, inizia a parlare della storia del Tempio e dei suoi mille anni; dice di come si arriva al restauro operato dai Cavalieri d'Italia e s'accalora a parlare di Cavalleria, degli eroi di Montebello e di Pozzuolo, fino a quelli della Tunisia che non potevano mancare, visto che si riferisce al suo Lodi.
E' anche l'occasione per parlare di buoni sentimenti, del privilegio di servire le Istituzioni.
Ci si lascia con affetto. Il Priore vorrebbe abbracciarli tutti: loro sono il futuro e dovranno operare in un mondo che la sua generazione sta lasciando peggiore. Nel vederli partire, si sente un po' in colpa per questo.
I giovani allievi hanno lasciato al Tempio un'offerta di 50 euro per contribuire alla spesa per il nuovo impianto di illuminazione posato nell'aprile scoso.