Invitato dal Comandante della Scuola ed Ispettore dell’Arma di Cavalleria, Gen. Fulvio Poli, il 2 maggio faccio le valigie e, con moglie al seguito che mai ha visto la Puglia, parto per Lecce dove m’è stato preparato un incontro con il personale di quell’Ente perché, nella mia qualità di Priore del Tempio Sacrario della Cavalleria, possa parlare di questa singolare realtà ai più sconosciuta.
Arrivo dopo quasi dieci ore di viaggio, con due cambi di treno, e confesso d’essere stanco, ma alla stazione trovo il luogotenente Cosimo Casale, il segretario prossimo al congedo del Generale Comandante. E’ un sottufficiale vecchio stile, elegante nell’uniforme e rispettoso nel tratto; ricorda i nostri bei sottufficiali d’una volta, quelli che tanta soggezione ci incutevano quando pivelli avevamo il primo impatto con il Reggimento. Beh..., io non sono più pivello, Dio sa se vorrei ancora esserlo, ma rimango lo stesso colpito, così sono soddisfatto d’aver intrapreso questa avventura che sembra promettere bene.
Quando il 3 mattina, di buon’ora sono alla Scuola, vengo accolto calorosamente dal Col. c. (cr.) Emanuele Lasalandra, già ufficiale di quell’Ente e Presidente della locale Sezione ANAC. Questi si muove liberamente nella sua vecchia caserma e fa gli onori di casa. Mi accompagna quindi dal Gen. Fulvio Poli il quale m’intrattiene con affettuosa cordialità. Un attimo prima di raggiungere il personale riunito, a me che gli chiedo, per rispetto, se preferenze sul modo di condurre l’incontro, mi sorprende con una risposta lapidaria: “Parla di cuore!” Poi aggiunge: “Oggi più nessuno parla di cuore, vorrei che lo facessi tu.”
È un invito a nozze per me che di cuore mi sono nutrito tutta la vita: a lui è bastato uno sguardo per capirlo.
La sala è essenziale, ma funzionale. Non saprei dire quanti, ma certamente i militari d’ogni ordine e grado che ci attendono sono almeno un paio di centinaia.
Il Gen. Poli è un comandante che sta a suo agio in mezzo agli uomini, così tra una battuta ed un richiamo alla sostanza della disciplina, dopo avermi presentato, mi cede il microfono.
Ed io dico del Tempio, della sua storia e del suo significato. Lo definisco “il San Pietro dei Cavalieri” e “lo scrigno” che racchiude i valori che in Cavalleria si coltivano da sempre e, mentre parlo, noto lo stupore dipinto sui visi di quanti ascoltano.
Non vado oltre perché le parole dopo un po’ stancano e faccio proiettare il filmato di presentazione del Tempio che ho montato due anni orsono. Si tratta di “Tempio Sacrario della Cavalleria - A.D. MMXIV”, reperibile anche su You Tube al link: https://www.youtube.com/watch?v=FDmA2-hTPCI e sul sito del Tempio al link: http://www.tempiocavalleriaitaliana.it/player.asp?video=FDmA2-hTPCI&feature=youtu.be.
Diciotto minuti di suggestione pura che dai restauri del 1955 arriva ad oggi, attraverso la presentazione di tutte le attività che vi si svolgono: cerimonie, funzioni religiose, visite guidate e concerti di musica classica; un panorama completo che dimostra come Il Priorato sia una realtà viva, capace di suscitare devozione religiosa e civile, e perfino il turismo.
E così si conclude la mia avventura leccese. Nel ripartire ho un po’ di delusione dentro: ho la sensazione di aver fatto un buco nell’acqua e lo dico al Gen. Poli nella lettera che gli indirizzo per ringraziarlo per l’ospitalità accordatami; gli dico del mio disagio, ma anche del mio timore d’averlo deluso nelle sue aspettative.
Lui mi risponde: “Carissimo, lungi da Te il sospetto di avermi deluso! Il problema è che i tempi sono cambiati e noi dinosauri non ci capisce nessuno. Dobbiamo arrenderci? MAI!
Per il bene dell'Istituzione e dei suoi Membri nostro dovere è lottare sino all'ultimo giorno.
Grazie di cuore e a presto. Fulvio” .