Quest’anno cade proprio nella data giusta: il 23 aprile.
Quella della commemorazione del Santo Patrono a Voghera è una ricorrenza che si rinnova ormai da otto anni, laddove – pur nella contemporaneità di altre che si svolgono in tutta Italia - questa è stata indicata dalla Presidenza Nazionale come la commemorazione di riferimento, tenendosi nel luogo simbolo della nostra religiosità: il Tempio della Cavalleria italiana.
Qui, in uno instancabile sforzo miglioramento, tutto è pronto per accogliere i cavalieri pellegrini nel nome del Santo. All’interno del Tempio il profumo d’incenso s’eleva in volute che avviluppano la bell’effige del Santo posta in primo piano davanti all’altare, nonché l’antica reliquia con la quale il sacerdote impartirà la benedizione finale.
Fuori, davanti al sagrato, sanificato da possibili insetti e parassiti, garrisce il nuovo tricolore mosso dalla fresca brezza che promettere di mantenere gradevole la calda giornata di sole che s’annuncia fin dalle prime ore. Tutta la strada - su richiesta del Priorato - è chiusa al traffico e riservata ai radunisti, preventivamente dotati di “passi”, in afflusso con i loro mezzi; il traffico stesso è regolato con discrezione e perizia da alcuni volontari della Protezione Civile cittadina, mentre a fianco del sacro manufatto, un’ambulanza della Croce Rossa Italiana, garantisce l’assistenza a quanti mai avessero ad accusare un malore.
Giungono così le delegazioni del Piemonte, della Lombardia, del Piemonte, del Veneto, della Venezia Giulia, dell’Emilia Romagna, della Toscana e dell’Umbria; dal Lazio invece arriva la Sezione di Fabbrica di Roma ed i Cavalieri della Guardia, nuovi patroni del Tempio. Fra le Associazioni locali, oltre alla fedelissima Sezione di Cavalleria di Voghera, si notano le Guardie del Pantheon, i Fanti, gli Alpini e la Croce Rossa.
Numerose le uniformi. Primi fra tutti i Lancieri di Novara che, a Milano per “strade sicure”, non rinunciano all’appuntamento con il celeste Patrono: c’è il Comandante di Reggimento, il Col. Francesco Tanda, che è anche patrono sostenitore, accompagnato da una folta rappresentanza di ufficiali e sottufficiali, nonché da due lancieri in mimetica e lancia, che si porranno - quale scorta d’onore - all’altare durante tutta la commemorazione; si nota anche il fedelissimo Col. Mauro Arnò, artigliere a cavallo, comandante del Centro Documentale di Milano e patrono sostenitore; giungono quindi i giovani ufficiali di cavalleria della Scuola di Applicazione di Torino, accolti con affabilità e simpatia. Su tutti, però, campeggia lui, il Decano dell’Arma, il Gen. D. Paolo Gerometta, anch’egli patrono sostenitore del Tempio, il quale da anni rinnova il suo pellegrinaggio in questo sacro luogo, testimoniando così la fede della quale ha dato prova in tutta la sua vita militare.
Il Priore accoglie tutti con cortesia ed amabile tratto, sforzandosi di ricordare e salutare tutti, intrattenendosi con ciascuno, finché lo speaker non invita alla commemorazione.
Entrano i cavalieri e le associazioni; il Medagliere dell’Associazione é sorretto dal prestante patrono Paolo Terenziani, lanciere della Sezione di Reggio Emilia. Entra scortato dal Presidente Nazionale dell’Associazione di Cavalleria, Magg. Alipio Mugnaioni, giunto da Trieste e dal ricordato Gen. Gerometta, aprendo il corteo degli Stendardi e dei Labari che vanno a posizionarsi attorno all’altare, ai cui lati sono già schierati, oltre ai lancieri di Novara, le quattro uniformi storiche dell’Associazione “Storia in grigio-verde”.
Nell’attento silenzio del Tempio s’alza il saluto del Presidente Nazionale a ringraziare i convenuti. Segue la commemorazione tenuta dal 6° Priore, Gen. B. (ris.) Dario Temperino, il quale richiama i valori civili che la tradizione riconduce al Santo.
In particolare, commuovendosi, nel citare il patrono recentemente scomparso, il sottotenente di Genova Demetrio Sarandacchi, dice: “ Pochi giorni fa… al telefono mi pregava di dirvi oggi che, per tutta la sua vita aveva onorato il giuramento antico, vivendo da buon cittadino e da buon padre di famiglia”. E, continuando, poneva la domanda: “Quanti di noi, nel momento del passo fatale potrà affermare altrettanto con la stessa sicurezza? Penso ai tanti che si vestono, si atteggiano, si definiscono cavalieri e poi, tradendo gli ideali più puri, s’arrabattano per la carriera, per il denaro, per il successo personale. Lui, Demetrio, ha potuto perché ha vissuto all’ombra del Santo che, in questo antico manufatto, conforta ed assolve le debolezze della nostra umana condizione, aiutandoci a superarla.”
Il tocco della campanella sacramentale dà inizio alla Santa Messa, concelebrata da Padre Giovanni di Voghera e da Mons. Gianluca Gonzino, un prelato molto vicino alle Forze Armate, giunto a Voghera per conoscere la realtà del Tempio della Cavalleria.
All’offertorio vengono presentati all’altare i seguenti doni:
- un antico e prezioso calice in argento vermeil, donato dal Patrono Vittorio Emanuele Orlando Castellano, presentato dalla Signora Alda Costero, consorte del Priore;
- una preziosa brocca in argento massiccio, cesellata e sbalzata a mano, donata da un Patrono che ha chiesto l’anonimato, e portata all’altare dalla Contessa Giovanna Cavagna di Gualdana, consorte del Rappresentante dei Patroni;
- un’artistica ceramica policroma, raffigurante un San Giorgio a cavallo in atto di trafiggere il drago, inserita in una cornice di legno e targa in ottone, offerta dal Gen. C.A. Vladimiro Alexitch e dagli Ufficiali di Cavalleria del 71° Corso AUC, in memoria del Tenente Agostino Celeste, del 71° Corso, mancato il 24 novembre 2016. il dono è presentato dalla Vedova, Signora Simonetta Celeste e dal Ten. Enrico Benedetti, compagno di corso e di reggimento;
- un quadro realizzato dal Maestro Giuseppe Di Nunno di Molfetta, in ricordo della fondazione del Tempio e dell’assegnazione di san Giorgio a Patrono dell’Arma di cavalleria, recato all’altare da Sorella Silvana Buozzi, Capitano della C.R.I..
La Preghiera del Cavaliere, recitata per tutti da un Tenente dei Lancieri di Novara, chiude la fase religiosa della giornata.
Seguirà la consegna delle tessere ai Patroni Ordinari e sostenitori, accorsi numerosi quest’anno alla manifestazione, nonché il pranzo sociale al termine del quale, i convenuti si ridaranno appuntamento con la tradizionale carica.