Si è tenuta questa mattina presso la chiesa Santa Maria della Salute in Voghera la cerimonia funebre del dottor Paolo Ghiacci.
Si è spento improvvisamente all’età di 68 anni, in quella che era la sua seconda casa, e per certi aspetti anche la prima, e cioè in una stanza presso gli ambulatori di traumatologia dell’ospedale di Voghera, luogo che frequentava da decenni come assistente volontario. Si è spento così, da solo in quella stanza, seduto su una poltrona; chissà se ha cercato aiuto, magari no, coerente con il suo carattere schivo, forse anche in quel tragico momento.
Ho conosciuto Paolo, quando eravamo entrambi studenti, negli anni ’70, presso la Croce Rossa Italiana, dove prestavamo servizio come volontari; da subito Paolo si era dimostrato molto interessato al pronto intervento tant’è vero che privilegiava il servizio nel Pronto Soccorso dell’ospedale, passando poi a dare una mano negli ambulatori di traumatologia, dai quali non si è più staccato sino a lunedì scorso quando è stato trovato su quella poltrona nel suo studio.
Dopo la maturità classica si era laureato in teologia ed aveva iniziato la sua carriera di insegnante di religione, per molti anni precario, in istituti di Milano e poi a Voghera sino alla pensione conseguita da pochissimi anni.
Volontario per natura, ha impostato la sua vita al servizio di chi aveva bisogno: prima il volontariato in Croce Rossa, poi gli ambulatori di traumatologia, passando dalla casa Oftal di Campoferro e dall’assistenza dei barellati verso Lourdes. L’impegno in Croce Rossa è poi continuato nella parte militare dove ha raggiunto il grado di 1° Capitano. Questa mattina in chiesa ho scoperto che era stato anche docente di “Etica Professionale” ai corsi per infermieri dell’ASST di Pavia.
L’impegno in traumatologia lo aveva appassionato a tal punto da iniziare, diversi anni fa, il corso di studi universitari in medicina, cosa che ha portato a termine non più tardi di un anno fa, sono sicuro con grande soddisfazione da parte sua, ma che non aveva pubblicizzato per niente.
In questi ultimi anni abbiamo avuto modo di incontrarci abbastanza spesso, visto che abitava in una villetta proprio difronte al Tempio della Cavalleria, e oggi sono contento di essermi potuto complimentare con lui in occasione del suo ultimo esame e per il grande risultato raggiunto.
Presente da sempre alle cerimonie presso il Tempio della Cavalleria del quale costituiva una sorta di memoria storica per quanto riguarda le ricorrenze che vi si sono celebrate, gli ospiti più importanti che vi hanno partecipato e molto altro. Non più tardi di un mese fa mi ha aiutato ad identificare i personaggi, presenti in un album fotografico, raffigurati in occasione del Raduno Nazionale A.N.A.C. del 25-26 giugno 1988 a Voghera.
Il suo carattere decisamente schivo ed il suo aspetto sempre un po’ trasandato hanno sempre mascherato la sua umanità e la sua grande cultura; anche suo cugino, don Luca, che ha officiato questa mattina la messa funebre, ha ricordato come Paolo si sia sempre rifiutato di aprirsi a tutti con qualche pubblicazione, ma questo era il suo carattere.
Nonostante ciò, questa mattina la chiesa era colma di tante persone e associazioni che hanno voluto testimoniare un sentimento di amicizia e anche un riconoscimento per il suo operato.
Ciao Paolo, grazie per il tuo esempio!
Un grande abbraccio.
Gianni Giorgi