Il ducato di Savoia è impegnato, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, in una dura lotta per la propria sopravvivenza; Vittorio Amedeo II, che sarà il primo della dinastia Savoia a fregiarsi del titolo di re, condottiero di cavalleria e protagonista di numerose battaglie, si fa artefice di importanti riforme militari. Viene così costituito il 23 luglio 1692 (insieme al reggimento Savoia), il reggimento di cavalleria Piemonte Reale al comando del marchese di Cavaglià.
Dopo solo un anno il reggimento è già alla prova del fuoco intorno a Pinerolo, occupata dai francesi.
Sono in campo tutti i corpi "a cavallo" del duca di Savoia, tre reggimenti di dragoni e due di cavalleria. Il 4 ottobre 1693 tra Orbassano e il castello di Marsaglia si cerca invano di resistere alla forte pressione dei 45 mila francesi guidati dal maresciallo Catinat; cadono due capitani di Piemonte e cinque cavalieri.
Per tutta la prima metà del XVIII secolo seguono numerose campagne che vedono impegnato Piemonte anche in Francia. Nel 1707, un anno dopo l'assedio di Torino, il reggimento si spinge fino a Tolone e nel 1708 partecipa all'invasione della Savoia e del Delfinato.
Sul finire del secolo il reggimento è impegnato nella guerra contro la Francia finché il 9 dicembre 1798, con l'armistizio di Cherasco, viene sciolto dal giuramento di fedeltà al re di Sardegna. Nella nuova entità statale che vede l'ex-regno di fatto come provincia della Francia, Piemonte viene ridenominato 4° reggimento di cavalleria e inviato a Monza. Parteciperà a fianco dei francesi alla guerra contro l'Austria combattendo nella zona di Verona, a San Massimo il 26-27 marzo e a Magnano il 4 aprile 1799, fino allo scioglimento avvenuto nel maggio successivo.
Nel luglio 1814 il reggimento si ricostituisce su sei squadroni con la denominazione Piemonte Reale Cavalleria; partecipa quindi alla 1^ guerra di indipendenza combattendo nella campagna del 1848 a Pastrengo, S. Lucia e Sommacampagna. Il 21 marzo dell'anno successivo alla Sforzesca, tra Novara e Pavia, dopo nove ore di intensi combattimenti, due squadroni agli ordini del maggiore di Villamarina sbaragliano le colonne austriache con ripetute cariche.
Allo Stendardo viene concessa la prima medaglia d'argento al valor militare, oltre a 17 medaglie d'argento individuali e 12 menzioni onorevoli (ricompensa che in seguito verrà equiparata alla medaglia di bronzo al valor militare). Due giorni dopo il reggimento partecipa anche alla battaglia di Novara.
Nella 2^ guerra di indipendenza Piemonte prende parte ai combattimenti sul fiume Sesia e a Vinzaglio; al termine della campagna, il 19 ottobre, viene ridenominato reggimento corazzieri di Piemonte.
Ripresa nel 1860 la denominazione reggimento Piemonte reale cavalleria partecipa alla campagna per l'unità d'Italia meritando la seconda medaglia d'argento al valor militare per il comportamento tenuto durante una ricognizione sul Garigliano il 29 ottobre 1860.
Dopo la 3^ guerra di indipendenza, in cui combatte a Custoza, Piemonte merita la medaglia di bronzo al valor militare per il suo intervento in ordine pubblico a Budrio nel 1869, quando la "tassa sul macinato" provoca disordini in Emilia.
La 1^ guerra mondiale vede Piemonte combattere nell'agosto del 1916 con tre squadroni (3°, 5° e 6°) nell'ambito delle operazioni volte alla conquista di Gorizia; il 1° squadrone, ceduto in rinforzo al reggimento Genova Cavalleria, parteciperà un mese dopo ai combattimenti di quota 144 a est di Monfalcone. L'anno successivo, nei giorni bui di Caporetto, Piemonte protegge la ritirata del XIII corpo d'armata; cade, tra i numerosi cavalieri, anche il colonnello comandante Francesco Rossi.
A lui, che si era già distinto l'anno precedente col grado di tenente colonnello al comando di quattro squadroni dei Cavalleggeri di Udine nelle operazioni intorno a Gorizia, viene attribuita la medaglia d'oro al valor militare. Sul finire della guerra anche Piemonte, come altri reggimenti di cavalleria, insegue il nemico in rotta spingendosi fino a S. Giorgio di Nogaro e Cervignano dove cattura un intero comando di divisione oltre a ingenti materiali. Nel 1919 il 2° squadrone entra per primo a Fiume, precedendo la brigata Granatieri di Sardegna; il 20 novembre tutto il reggimento occupa la città.
Nella 2^ guerra mondiale Piemonte combatte dapprima sul fronte italo-jugoslavo nel 1941, distinguendosi nelle operazioni di controguerriglia in Croazia e Montenegro. Nel 1942 viene inviato in Francia per la difesa costiera nell'area di Antibes, Tolone e Nizza.
L'armistizio dell'8 settembre vede il reggimento, rientrato nel frattempo a Venaria Reale, impegnato nella difesa di Torino su cui stanno per convergere colonne tedesche. Il 12 settembre, in ottemperanza agli ordini ricevuti e posto in salvo lo Stendardo, Piemonte si scioglie.
La ricostituzione parte nel 1946 con il gruppo esplorante "2° Cavalieri" che a Merano eredita tradizioni e colori di Piemonte. Dopo altri cambi di denominazione e guarnigione, dal 4 novembre 1958 rimangono fino a oggi nome e sede: "Piemonte Cavalleria", Caserma Brunner a Villa Opicina.
(testo tratto da “Breve storia della cavalleria e altri scritti” di Francesco Apicella)