I Lancieri di Novara traggono origine dal reggimento Dragoni di Piemonte costituito in Vigevano il 24 dicembre 1828, dopo che nel 1814 la cavalleria dell'armata sarda si era ricostituita alla fine del dominio napoleonico in Italia e aveva subito ulteriori mutamenti ordinativi a causa dei moti insurrezionali del 1821. E' il primo dei reggimenti di cavalleria nati nel XIX secolo e giunti fino ai nostri giorni.
Negli anni immediatamente successivi alla costituzione dei Dragoni di Piemonte il re Carlo Alberto, salito al trono nel 1831, dà l'avvio a un programma militare per portare la sua armata all'altezza del ruolo politico che egli intravede in Italia per il regno di Sardegna. Già nel 1832 Novara assume la denominazione di reggimento Novara cavalleria, con il colore distintivo arancio che diventa bianco dal 1839, rimanendo tale fino a oggi.
Nella prima guerra di indipendenza il reggimento combatte in tutti i fatti d'arme del 1848 ed è il primo reggimento di cavalleria a ricevere una decorazione allo Stendardo per le campagne risorgimentali: la medaglia di bronzo al valor militare attribuita per la battaglia di S. Lucia alle porte di Verona il 6 maggio.
Un'altra testimonianza che onora il reggimento è la medaglia d'oro al valor militare concessa al suo comandante, colonnello Maffei di Boglio, perché "Si distinse il 14 giugno 1848 nel fatto d'arme fra Calzoni e Sommacampagna", come è scritto nella stringata motivazione dell'epoca. Nella campagna successiva il reggimento combatte a Mortara il 21 marzo 1849.
Nel 1855 il primo squadrone di Novara contribuisce alla formazione del reggimento di cavalleria "provvisorio" (una task force ante litteram) che partecipa alla guerra di Crimea combattendo il 16 agosto alla Cernaia.
Nella seconda guerra di indipendenza Novara carica ripetutamente a Montebello, a sud di Pavia, il 20 maggio 1859 e per quelle "brillanti cariche" e "per i servizi resi durante la campagna" viene attribuita allo Stendardo una seconda medaglia di bronzo al valor militare. La battaglia verrà ricordata anche con la denominazione Montebello imposta a uno dei tre reggimenti di cavalleria (Milano e Lodi gli altri due) che si costituiranno con la leva dei contingenti lombardi.
Nel 1860 Novara partecipa alla campagna con cui l'armata sarda da nord attraversa l'Italia centrale per ricongiungersi ai Mille di Garibaldi. Due sono le medaglie di bronzo attribuite allo Stendardo del reggimento: la prima "Per la condotta tenuta dall'intero reggimento durante la campagna e specialmente per la battaglia di Castelfidardo (1860)"; la seconda "Per essersi distinto nel combattimento al Macerone", passo appenninico nelle vicinanze di Isernia. In questo fatto d'arme il primo squadrone toglie all'8° Battaglione Cacciatori di linea borbonico la Bandiera con lo stemma reale e la croce costantiniana di S. Giorgio.
Nella terza guerra di indipendenza cui partecipa nel 1866 inquadrato nella brigata del generale De Barral, Novara non ha modo di partecipare ad azioni di particolare rilievo, come pure nella campagna culminata con la presa di Roma il 20 settembre 1870.
Agli inizi del nuovo secolo Novara è protagonista di una impresa che ha tutto il fascino dell'epoca: una pattuglia composta dal tenente Boselli, un sottufficiale e tre lancieri parte per Berlino per portare un messaggio del re Umberto I all'imperatore Guglielmo. Percorsi 3.600 chilometri a cavallo, la pattuglia rientra a Firenze il 6 ottobre 1900 recando la risposta dell'imperatore a Vittorio Emanuele III, nel frattempo salito al trono dopo l'uccisione di Umberto I ad opera dell'anarchico Bresci.
Nella prima guerra mondiale, come altri reggimenti, anche Novara è costretto all'appiedamento già dal novembre 1915; intanto aveva costituito due compagnie mitraglieri (la 735^ e la 1354^) che si fanno onore rispettivamente nei combattimenti del Monte Vodice e del Monte Cucco e sul Montello. Per tutto il 1916 Novara combatte appiedato in varie località del Carso, finché a gennaio dell'anno successivo rientra a Treviso per ricostituirsi a cavallo.
Di nuovo al fronte in agosto, Novara viene inquadrato con Genova nella seconda brigata di cavalleria che a Pozzuolo del Friuli nei giorni infausti della ritirata di Caporetto fronteggia le colonne austro-ungariche dilaganti nella pianura friulana. Alle ore 17 del 30 ottobre 1917, dopo aver assolto il compito in 24 ore di strenua resistenza, i superstiti già accerchiati ricevono l'ordine di ripiegare. Novara lascia a Pozzuolo 16 ufficiali, 170 sottufficiali e lancieri, 185 cavalli. Allo Stendardo viene concessa la medaglia d'argento al valor militare. Dal bollettino di guerra del 1 novembre 1917: "…i reggimenti Genova e Novara, eroicamente sacrificatisi … meritano sopra tutti l'ammirazione e la gratitudine della Patria".
Ricostituito a cavallo l'anno successivo, Novara partecipa alle fasi finali della guerra inseguendo gli austriaci in rotta; il 2 novembre raggiunge Stazione per la Carnia dove cattura il comando e gran parte della 34^ divisione. Durante la grande guerra viene richiamato a domanda nei Lancieri di Novara Gabriele D'Annunzio, cui è attribuita al termine del conflitto la medaglia d'oro al valor militare per una serie di "…audacissime imprese in terra, sul mare, nel cielo", come scritto nella motivazione, tra cui spiccano il volo su Vienna e la beffa di Buccari.
La seconda guerra mondiale per Novara inizia con la partecipazione alle operazioni sul fronte occidentale nel giugno 1940; l'anno successivo in aprile è nei Balcani ma dopo soli tre mesi parte da Verona con il C.S.I.R. per il fronte russo. Inizia così una campagna che il reggimento conduce sia a piedi sia a cavallo e si conclude col rimpatrio dei superstiti nel marzo 1943.
L'epopea di Novara in Russia ha il suo momento culminante con l'episodio di Jagodnij, il 22 agosto 1942, quando il secondo squadrone carica i russi fronteggiati dal secondo gruppo e dal primo squadrone appiedati. I russi vengono travolti ma il comandante di squadrone, tenente Mario Spotti, cade con altri due lancieri. Al tenente Spotti sarà concessa la medaglia d'oro al valor militare.
Dopo la campagna di Russia lo Stendardo di Novara riceve due decorazioni: una medaglia d'argento al valor militare per il ciclo operativo agosto 1941 - maggio 1942; una medaglia d'oro al valor militare per il ciclo operativo luglio 1942 - agosto 1942. L'anniversario del fatto d'arme di Jagodnij rimarrà come data della festa di corpo.
Mentre Novara combatte in Russia, presso il deposito reggimentale viene costituito il terzo gruppo squadroni corazzato Novara, inviato poi in Africa settentrionale nel giugno 1942. Partecipa a tutte le operazioni condotte su quel fronte fino all'aprile 1943 distinguendosi in numerose occasioni, come testimoniano le ricompense individuali, tra cui la medaglia d'oro al valor militare concessa alla memoria del capitano Ferruccio Dardi, comandante di uno squadrone carri.
Inizia nel 1946 la rinascita di Novara con la costituzione del gruppo esplorante "5° Lancieri". Segue una serie di trasformazioni in cui rimane prevalente la struttura ordinativa di unità carri, fino alla attuale denominazione "Lancieri di Novara" e fisionomia di reggimento di cavalleria.
La sede è a Codroipo nella caserma intitolata alla memoria del tenente Andrea Paglieri, ufficiale di Novara che dopo l'otto settembre 1943 organizzò la resistenza armata contro i tedeschi, assumendo la responsabilità del comando militare clandestino della città di Fossano. Catturato, morì fucilato dopo le torture subite in carcere e fu decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Una lapide sulla sua casa natale e una via a lui intitolata lo ricordano a Verona.
(testo tratto da “Breve storia della cavalleria e altri scritti” di Francesco Apicella)
E' il reggimento della Cavalleria italiana più decorato. L'ultima decorazione ricevuta è la Croce d'Argento al Merito dell'Esercito, assegnatagli il 12 giugno 2009 con la seguente motivazione:
"Reggimento di cavalleria, inquadrato nella 'Joint Task Force - Lebanon' ed erede dei gloriosi fatti d'arme di 'Pozzuolo del Friuli', veniva impiegato nel teatro di operazioni libanese in una regione caratterizzata da stabilità apparente e conflittualità latente. Grazie alle estenuanti e continue attività di ricognizione e controllo del territorio, contribuiva in maniera determinante alla sicurezza del proprio settore di competenza. Con generoso ed indefesso operare otteneva il pieno ed incondizionato consenso della popolazione locale che apprezzava anche le numerose e continue attività umanitarie promosse. Grazie alla determinatezza e all'entusiasmo dei propri soldati, ha dato luogo, dal nulla, alla nascita della base 'United Nations 2 - 3' in località Shama, emergendo quale esempio di alta professionalità ed elevatissimo senso del dovere. Il Reggimento 'Lancieri di Novara' (5°) ha contribuito in maniera determinante a render lustro all'Italia ed all'Esercito, elevando il prestigio della Nazione e delle Forze Armate nel contesto internazionale". Shama (Libano), 31 ottobre 2006 - 23 aprile 2007.