Costituito il 16 settembre 1859 con tre squadroni tratti dai Reggimenti Piemonte Reale, Savoia e Genova ebbe originariamente il nome di Cavalleggeri di Milano.
Nel giugno 1860 fu classificato fra i Lancieri. Nel 1871 prese il nome di 7° Reggimento di Cavalleria (Milano), nel 1876 quello di Reggimento Cavalleria Milano (7°) e nel 1897 quello definitivo di Lancieri di Milano (7°). Partecipò alla campagna del 1860-61, durante la quale meritò la medaglia di bronzo, alla repressione del brigantaggio, e alle campagne del 1866, 1870, 1887-88, 1895-96 e 1911-12.
Durante la grande guerra (1915-1918) fu inizialmente adibito al servizio di difesa costiera alla foce dell'Isonzo. Nel 1917 protesse il ripiegamento dal Torre al Piave. Nel giugno 1918, insieme ai Lancieri del "Vittorio Emanuele II", tentò un’irruzione a cavallo contro nuclei nemici infiltratisi fra le nostre prime linee nella zona di Monastier di Treviso. Ostacolato nell'arduo compito dalla reazione avversaria, il Reggimento appiedò riuscendo, con energici attacchi alla baionetta, a colmare alcuni vuoti prodottisi nelle prime linee.
Durante la battaglia di Vittorio Veneto, i Lancieri di Milano furono lanciati oltre il Tagliamento, puntando su Gradisca e Palmanova, che raggiunsero dopo di aver annientato la tenace difesa del nemico asserragliatosi a Morsano.
Il comportamento del Reggimento in guerra gli fece ottenere la citazione sul bollettino di guerra n. 1123 del 21 giugno 1918, e la medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: "Per l'abnegazione e l'elevato sentimento del dovere spiegati nella giornata del 19 giugno sul Piave; per le brillanti qualità militari riaffermate nelle successive azioni del 23 e 24 giugno sul Piave Vecchio e nella rapida ed irruente avanzata nell'ottobre-novembre 1918 dal Piave a Palmanova e Cervignano".
I Reggimento fu sciolto nel 1920 e le sue tradizioni furono raccolte dal Reggimento Cavalleggeri Guide.
Ricostituito nel 1938 con l’apporto dei Reggimenti Monferrato e Cavalleggeri di Sicilia, è rinforzato da 1 plotone mitraglieri ed un plotone carri veloci.
Allo scoppio della guerra, è ordinato in reggimento su due gruppi squadroni a cavallo, il 1° esistente presso la Scuola centrale di Civitavecchia, l’altro composto da Albanesi.
Nel ’40 il gruppo di Civitavecchia giunge in Albania dove si ricongiunge al II gruppo. Entrato a far parte del Raggruppamento del Litorale con i Reggimenti “Lancieri di Aosta” e “ 3° granatieri”, concorre all’invasione dell’Epiro fiancheggiando le Grandi Unità che attaccano in direzione Gianina - Larissa.
Ai primi di novembre, occupata Margarition e, con ardita e brillante azione, giunge fino al fiume Vuvos, penetrando in territorio nemico per oltre 100 chilometri. Il 22 novembre, privo di viveri, munizioni e collegamenti, ripiega sotto la pressione di azioni di disturbo sulla vecchia linea di confine.
Attaccato da un battaglione greco, Milano con abile manovra riesce a circondarlo e dopo quattro ore di combattimento ad annientarlo.
Destinato alla copertura del ripiegamento fino ai monti Acroceraunia, assolve brillantemente il compito di retroguardia.
Per questo ciclo operativo “Milano” merita ben tre citazioni sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
Nel marzo del ’41, in conseguenza delle operazioni contro la Jugoslavia, il Reggimento viene inviato al confine albanese - jugoslavo, nella zona di Ostreni - Vogel per partecipare al forzamento della testa di ponte slava sulla Drina con obiettivo la città di Dibra in Kossovo.
Il 10 aprile si batte eroicamente a piedi respingendo tutti gli attacchi slavi fino al successivo 12: il lanciere Alfredo Notte è decorato di Medaglia d’oro alla memoria, mentre lo Stendardo merita la Croce di Guerra al V.M. ed al Comandante, colonnello Giorgio Morigi, è conferita la Croce dell’Ordine militare di Savoia.
Ultimate le operazioni contro la Jugoslavia, il Reggimento rientra in Albania, da dove parte per Erseke per partecipare all’assalto finale delle divisioni greche in ritirata.
Dal ’42 al ’43 “Milano” partecipa alle operazioni antiguerriglia in Croazia ed in Albania. Qui viene colto dall’armistizio del 8 settembre e si scioglie su ordine superiore. Molti dei suoi uomini entrano a far parte delle formazioni partigiane in lotta contro i Tedeschi, i più sono deportati in Germania come prigionieri di guerra, dove mantengono un contegno fermo, dignitoso atteggiamento di non collaborazione, subendo fame, freddo, angherie e molti la morte.
Nell’agosto del 1964, a Monza, si riforma il gruppo squadroni divisionale “Lancieri di Milano”. La sua composizione è mista: carri armati medi e meccanizzati (esploratori).
Nel novembre del ’66 èimpiegato in soccorso delle popolazioni lombarde e toscane travolte dagli alluvioni (Rho, Pogliano Milanese, Firenze e Pisa).
Nell’agosto del 1975 è trasferito in Friuli, dapprima ad Udine, da dove partecipa ai soccorsi per il devastante terremoto avvenuto nel maggio e, quindi, nel luglio del 1976 a Orzano di Remanzacco (Ud).
Il reggimento è stato sciolto l’11 dicembre del 1989.
(fonte: Rodolfo Puletti - I Lancieri di Milano - E.M.I. di Ivo Fossati, SERIE "DE BELLO", 1986 )