Il reggimento Lancieri di Montebello è l'unico, tra quelli della cavalleria italiana, a trarre origine e denominazione da un fatto d'arme. Durante la 2^ guerra di indipendenza, il 20 maggio 1859 a sud della confluenza del Ticino con il Po presso la piccola città di Montebello, da allora Montebello della Battaglia, gli alleati franco-piemontesi si scontrano con gli austriaci. La brigata di cavalleria composta dai reggimenti Novara, Aosta e Monferrato, schierata a rinforzo di una divisione francese, con ripetute cariche respinge il V corpo d'armata austriaco.
Agli Stendardi di Novara e Monferrato viene attribuita la medaglia di bronzo al valor militare, mentre il colonnello Gerbaix de Sonnaz, comandante la brigata, viene promosso generale e decorato di medaglia d'oro al valor militare. Il 16 settembre dello stesso anno, con Regio Decreto 25 agosto 1859, viene istituito nella città di Voghera, a pochi chilometri dal luogo della battaglia, un nuovo reggimento di cavalleria cui è attribuita la denominazione di Cavalleggeri di Montebello.
Concorrono a formare Montebello tre squadroni dei reggimenti che avevano preso parte ai combattimenti nei quali la cavalleria piemontese aveva riscosso l'apprezzamento degli alleati francesi.
L'efficacia delle unità di cavalleria è riconosciuta anche dal re Vittorio Emanuele II che, nell'intento di potenziare il suo esercito con i contingenti delle provincie lombarde appena acquisite, dispone la costituzione di altri due reggimenti di cavalleggeri, Lodi e Milano, in aggiunta a Montebello. Nel 1860 il reggimento è assegnato alla specialità lancieri e si trasferisce di guarnigione a Parma.
Il primo impegno operativo di Montebello è la campagna per la repressione del brigantaggio nell'Italia meridionale dove il reggimento opera per 18 mesi dal 1861 al 1863. Le principali zone di azione saranno il Tavoliere delle Puglie e la Capitanata, con frequenti puntate anche in Basilicata e Molise. La campagna si conclude per Montebello con 40 caduti e un gran numero di ricompense individuali: 2 ordini militari di Savoia, 62 medaglie d'argento e 93 medaglie di bronzo al valor militare.
Nella 3^ guerra di indipendenza Montebello è inquadrato nell'armata del Po al comando del generale Cialdini. L'11 luglio varca il Po e successivamente l'Adige, proseguendo per Este e Vicenza. Di qui raggiunge Schio per poi muovere verso est e raggiungere il Friuli dopo aver guadato il Piave e attraversato il Tagliamento. Rimasto di guarnigione a Udine al termine della guerra, dopo tre anni raggiunge la sede di Verona.
Montebello non partecipa alle campagne coloniali sul finire del secolo, ma invia in Africa propri uomini in concorso ad altre unità. Va ricordato il sottotenente Giovan Battista Frigerio, caduto ad Adua il 1° marzo 1896 mentre assolveva il suo incarico di aiutante di campo del generale comandante la brigata indigeni. Verrà decorato di medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
All'inizio della 1^ guerra mondiale Montebello costituisce la 860^ compagnia mitraglieri che sarà impegnata fino al maggio 1916. Il reggimento è inquadrato nella 3^ divisione di cavalleria e forma, con Savoia, la 6^ brigata. Nell'agosto del 1916, dopo l'occupazione di Gorizia, Montebello costituisce avanguardia della 3^ divisione e raggiunge Monte Fortin. Di qui, nonostante le perdite in uomini e cavalli causate dall'artiglieria nemica, passa l'Isonzo e raggiunge Peteano e la valle del Vipacco.
Nelle giornate di Caporetto Montebello si schiera alla Croce del Vinchiaruzzo, a nord di Pordenone, dove la notte del 5 novembre 1917 gli squadroni appiedati contrastano l'avanzata avversaria. L'azione prosegue nei giorni successivi e il reggimento, rinforzato da autoblindo e un battaglione bersaglieri ciclisti, raggiunge il giorno 9 Ponte delle Priula sul Piave.
Nel 1918, inquadrato nella 1^ divisione di cavalleria, partecipa all'avanzata verso est che segue la battaglia di Vittorio Veneto. Passato il fiume Livenza raggiunge Tauriano e di qui Gradisca, dove riceve la resa della guarnigione austriaca. Il giorno 11 novembre il reggimento entra in Udine da dove prosegue risalendo la valle del Natisone per attestarsi sui nuovi confini.
Montebello viene sciolto nel maggio 1920; sarà ricostituito il 25 luglio 1942 a Ferrara presso il deposito dei Lancieri di Firenze su due gruppi squadroni delle stesso reggimento. La nuova unità assume una moderna fisionomia ordinativa e la denominazione di Raggruppamento esplorante corazzato (R.E.Co.) Lancieri di Montebello, inquadrato nella divisione di cavalleria corazzata Ariete 2.
Nel luglio 1943, quando si determina l'esigenza di predisporre la difesa della capitale con unità moderne e affidabili, Montebello con tutta la divisione Ariete 2 viene trasferito a nord di Roma e schierato nella tenuta Olgiata. Alle 23.30 del giorno 8 settembre il reggimento riceve un preavviso di movimento per portarsi nella città alle dipendenze della divisione Granatieri di Sardegna. Dopo poche ore giunge l'ordine esecutivo e la colonna motocorazzata di Montebello muove all'alba del 9 settembre su Roma, dove si attesta a ridosso della linea di capisaldi presidiata dal 1° reggimento Granatieri tra il Tevere e la via Ardeatina.
La prima azione sarà l'occupazione del caposaldo della Magliana, mantenuto per tutta la giornata nonostante un contrattacco condotto dai tedeschi nel pomeriggio. All'alba del giorno 10, rinnovatisi gli attacchi avversari e mancando lo spazio indispensabile alla manovra dei suoi reparti corazzati, Montebello deve arretrare. Nella mattinata i combattimenti proseguono intensi nella zona di Porta San Paolo, alla Piramide di Caio Cestio e alla stazione Ostiense. La resistenza è caparbia ed eroica fino alle 16.30 quando i reparti superstiti ripiegano sul ponte Sublicio.
Cadono, tra gli altri, i capitani Romolo Fugazza e Camillo Sabatini, alla cui memoria è attribuita la medaglia d'oro al valor militare. Allo Stendardo del reggimento viene concessa la medaglia d'argento al valor militare, mentre sei medaglie d'argento e sette di bronzo saranno le altre ricompense individuali.
Montebello si ricostituisce a Pietralata nel 1950 come gruppo squadroni. L'anno successivo è trasferito nella sede di Tor di Quinto, dove tuttora è in guarnigione come reggimento di cavalleria.
(testo tratto da “Breve storia della cavalleria e altri scritti” di Francesco Apicella)