Costituito da Massimo D'Azeglio nel 1859 con elementi volontari veneti e romagnoli accorsi in Piemonte, in un primo nucleo che prese il nome di Reggimento Vittorio Emanuele Cavalleria, nel 1860 fu incorporato nel Regio Esercito con il nome di Lancieri Vittorio Emanuele.
Nel 1871 assunse quello di 10° Reggimento di Cavalleria (Vittorio Emanuele), continuando ad essere armato di lancia. Tale nome nel 1876 fu mutato in quello di Reggimento Cavalleria Vittorio Emanuele (10°), nel 1897 in quello di Lancieri Vittorio Emanuele, nel 1900 in quello di Lancieri Vittorio Emanuele II (10°) ed infine nel 1920 in quello di Cavalleggeri Vittorio Emanuele.
Partecipò alle campagne del 1860 e 1866; in quelle 1887-88, 1895-96 e 1911-12 inviò complementi ai reparti mobilitati.
Durante la grande guerra (1915-18) combatté inizialmente a Cervignano. Si distinse durante il ripiegamento dell'esercito al Piave, proteggendo colonne in ritirata ed impegnando combattimenti a S. Vito di Fagagna, a Meduna e sulla Livenza.
Alla battaglia del Piave (giugno 1918) partecipò attivamente, a piedi ed a cavallo, nei pressi di Monastier di Treviso ed a S. Pietro Novello.
Durante l'offensiva finale, inseguì il nemico arditamente oltre il Piave fino a Palmanova e Cervignano.
Per il suo contegno meritò la citazione sul bollettino di guerra n. 1128 del Comando Supremo e la medaglia di bronzo al Valor Militare.
Trasformato da "cavallo" a "carri", nel 1943 è dislocato a nord di Roma, alle dipendenze della Divisione di Cavalleria "Ariete" (R.E.Co. Montebello, Cavalleggeri di Lucca), e prende parte alla resistenza contro i Tedeschi per la difesa di Roma. Si segnala il serg. magg. Udino Bombieri che, caduto sul suo carro in combattimento, verrà decorato di Med. Ora al V.M..
Il Reggimento si scioglierà il 16 settembre nel quadro della resa delle forze che difendono Roma.